#09 Shqipëria. Porto Palermo

40°3’46.93”N, 19°47’40.90”E

Sud dell’Albania, porto di Vlorë, estate 2007. È mattino presto, il sole già splende con dolce violenza mediterranea in un’aria che non conosce industrie. Una sensazione immediata. Il traghetto Skanderbeg è una macchina del tempo accostata ad un molo approssimativo e arrugginito, ad una dogana di altre epoche. Coda di auto come da manuale, dotata di personaggio vagamente in divisa che cerca di spillare qualche euro con una promessa non identificabile di servizi. Quasi tutti sono Albanesi di ritorno per le vacanze o per affari. Pochissimi turisti. I doganieri e tutti gli altri in divisa sono molto militari. Ulteriore conferma che solo noi italiani abbiamo esaurito il DNA militare.

Appena fuori l’apparato statale termina completamente: liberi tutti. Non conosciamo nulla. Abbandoniamo immediatamente Vlorë verso sud. Baie, spiagge, lagune, montagne, strade disastrose, viste mozzafiato. Tutto in 80 km.Poi aggiriamo un promontorio, ci affacciamo su una specie di vuoto, tutti gli ingranaggi rallentano. Ci fermiamo.

Porto Palermo.

Porto Palermo è una baia irregolare, una rada protetta che al centro ha una penisola collegata alla costa da un sottile istmo. Magnetico. Costeggiata da una strada di buche asfaltate larga una corsia e mezza, la baia è a prima vista brulla: gialla di sola erba che non vede acqua da mesi. Da vicino, tutta la ricchezza che può permettersi un posto così mediterraneo, macchia alta e bassa, grandi agavi indisturbate, molto marrone, qualche verde scurissimo. Le cose si concentrano vicino all’istmo: vegetazione, poche costruzioni, delle mura antiche sulla penisola. L’attenzione dell’uomo e della natura è tutta lì. (…)

#09 Shqipëria. Porto Palermo _ f.to 210x230 _ 44 pagine